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Wall Street guida il rally globale

dal corrispondente Mario Platero

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14 Ottobre 2008

Il vento è finalmente cambiato: ieri Wall Street ha accolto con entusiasmo lo sforzo globale per restituire stabilità al mercato, fiducia alle banche, sicurezza agli investitori e ha celebrato la fine di uno dei periodi più oscuri della sua storia con un rialzo di 940 punti per l'indice Dow Jones, l'aumento più elevato in termini assoluti, pari all'11,08 per cento. L'indice ha chiuso a quota 9.387,61 in una giornata in cui non vi è stato mai un momento d'incertezza.
A questa dimostrazione di straordinaria fiducia ha contribuito l'indiscrezione secondo cui il Tesoro annuncerà questa mattina l'iniezione di 250 miliardi di dollari nel capitale di centinaia di banche americane. Il piano è stato annunciato da Henry Paulson nel pomeriggio di ieri durante un incontro a Washington con i principali banchieri americani. I fondi saranno prelevati dal pacchetto di 700 miliardi di dollari approvato dal Congresso che finalmente viene messo in circolazione. Per questo la volatilità delle ultime sedute, in cui si potevano avere oscillazioni al rialzo e al ribasso persino di 1000 punti ieri sono sparite.
Il panico della settimana scorsa, quando per otto giorni di fila i titoli accumulavano perdite del 22% e del 18% solo per la settimana scorsa, la peggiore settimana nei 112 anni di storia dell'indice Dow Jones, è scomparso.
Un titolo simbolo come Morgan Stanley, che venerdì, attaccato dalla speculazione crollava a quota 9,68, ha guadagnato al campanello di Borsa delle quattro del pomeriggio quasi il 100%: ha chiuso a quota 17,22. Gm ha avuto un aumento del 33%, Alcoa e Chevron del 20%, Microsoft del 18%, American Express del 17 per cento.
Lo stesso vale per le altre Borse mondiali: in Europa Milano è volata dell'11,49%, Francoforte dell'11,40%, Parigi dell'11,18%, Londra dell'8,26%. Tutto questo grazie all'accordo globale annunciato nel corso del fine settimana che prevede garanzie sui depositi, nuova liquidità disponibile dalle banche centrali per restituire vigore all'interbancario e rimettere in moto i mercati del credito, possibilità di partecipazioni nel capitale delle banche oltre all'ipotesi di rilevare titoli tossici. Ma è stato l'approccio comune al problema ad aver restituito la fiducia che mancava. Quel documento del G7, accolto inizialmente con perplessità da alcuni osservatori ha in realtà rappresentato l'accordo quadro, un ombrello di regole valide per tutti. Da Washington la staffetta è passata domenica a Parigi per il documento comune europeo. Poi hanno cominciato a fioccare i piani individuali, in tutto, solo tra Germania, Gran Bretagna e Usa si rendevano disponibili oltre 2000 miliardi di dollari.
Si tratta di capire ora quale sostenibilità vi sarà per il rally di ieri. Non bisogna dimenticare che i problemi restano, che i prezzi sul mercato saranno difficilmente determinabili, che un'altra crisi di qualche istituzione sistemica è sempre possibile e che la recessione è ormai fra noi. Ma tutto questo in modo o nell'altro era già stato scontato dal mercato che venerdì ha forse toccato il fondo su cui rimbalzare. Ora, se saremo fortunati, il mercato cercherà una sua nuova banda di oscillazione che gli esperti identificano fra i 9.000 e i 10.500 punti del Dow Jones. Ma di questi tempi fare previsioni è impossibile.
È stato ieri mattina Neel Kashkari, il sottosegretario di 35 anni, ex Goldman, scelto da Paulson per organizzare il piano di salvataggio, ad annunciare l'ingaggio dello studio legale Simpson Thacher and Bartlett per organizzare gli aspetti giuridici delle partecipazioni di capitale nelle banche da parte dello stato americano e di Ennis Knupp per selezionare i gestori del programma "Tarp" che dovrà rilevare i titoli tossici. Kashkari ha spiegato che in meno di dieci giorni vi sono almeno 200 istituzioni che hanno già chiesto di partecipare al Troubled Asset Relief Program (appunto il Tarp). Entro 24 ore si deciderà chi avrà il ruolo di "custode" del progetto.
Da 70 nomi iniziali la lista è già scesa a dieci nomi. E probabilmente scenderà ancora per la selezione finale. Dal punto di vista operativo vi sarà una squadra al Tesoro che avrà ruolo di supervisore del programma. Allo stesso tempo Kashkari ha spiegato che procede la selezione per i gestori che dovranno fisicamente organizzare le aste e allocare i 700 miliardi di dollari: saranno istituzioni con esperienza di gestione di portafogli titoli a reddito fisso da almeno 100 miliardi di dollari.

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